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Io e il mio Cavallo nel percorso
della "Vita e dello Sport"
Quando la mente srotola i momenti intensi di un vissuto, non resta che cavalcare l'onda dei ricordi. Ripensi al trascorrere del tempo e non puoi fare a meno di pensare, a quanto sia stato ben speso tra fatica e sacrificio.
Era un pomeriggio di gennaio 1993, i classici pomeriggi invernali, freddi ma assolati.
Quando con mia madre, un’amica e sua figlia, decidemmo di andare a vedere una lezione d' ippoterapia Durante il tragitto da Pomigliano a Napoli, non facevo altro che dire che avevo paura, non avrei mai provato, ma mia madre insisteva per coinvolgermi. Aveva sentito parlare d'ippoterapia e disabilità, e voleva verificarne i suoi effetti benefici, arrivati lì, il maneggio era bellissimo… cavalli ovunque, e grandi campi dove venivano impartite lezioni di equitazione ad amazzoni e cavalieri.
Non poco distante in un campo più piccolo, due terapiste svolgevano una lezione d’ippoterapia, e, terminata questa, subito dopo un ragazzino autistico era coinvolto in una divertente attività ludico-sportiva.
Trottava e galoppava, era uno spettacolo ammirarlo, ebbi una sensazione di piacere, terminata la lezione le due terapiste si avvicinarono per darci informazioni. Si avvicinò il momento di provare a salire in sella, lottavo dentro me scacciando via la paura, insistendo per provare su di un pony. Che pony e pony, in un attimo mi ritrovai su un gran cavallo.
Salendo in sella provai una sensazione particolare, un calore pari a quello umano, quando con delicatezza la mia mano fredda lo accarezzò, in quel momento mi sentii accolta, ero un tutt'uno con il corpo del cavallo.
Sentii che groppa e gambe mi avrebbero aiutato a correre, mentre il vento con tenerezza e dolcezza accarezzava il mio viso.
Andare a cavallo ha migliorato tanto la mia deambulazione, la mia coordinazione, il mio fisico così come la mia psiche, ne ha tratto davvero un gran beneficio. L’andatura del passo ha migliorato e rinforzato il mio tono muscolare correggendo tutto ciò che non riuscivo a fare dalla mia patologia.
A legarmi, e a farmi innamorare alla riabilitazione, equestre non fu solo mia madre che, in quel pomeriggio quasi mi costrinse ad andare con lei, ma un’altra persona per me speciale. La mia amica, terapista e istruttrice di equitazione per disabili, soprannominata da me Big amazzone, che, con professionalità e dedizione, è riuscita a tirar fuori tanto da me e dalla mia patologia. Rimodulando tecniche riabilitative dure e faticose in esercizi leggeri, semplici e divertenti al tempo stesso. Un intenso lavoro riabilitativo che, con il tempo visti i risultati, mi ha coinvolta in lezioni di equitazione vere e proprie, e, ho cominciato con mio grande stupore e soddisfazione a essere proiettata in un programma di attività sportive agonistiche.
Tanti gli allenamenti per la partecipazione a gare di Dressage(specialità degli sport equestri nella quale il cavaliere deve far eseguire al cavallo una serie prestabilita di figure e movimenti in piano), per disabilità fisiche. Ogni volta che, sentivo pronunciare il termine dressage dalla mia Big Amazzone, in campo calava un rigoroso e muto silenzio.
Dando spazio alla concentrazione per le riprese da Dressage. Provate e riprovate all'unisono al fine di giungere alla perfezione di ogni figura. Ricordo che, ogni volta che, ci avvicinavamo a una gara, il rettangolo di dressage lo sognavo anche di notte. Sognavo figure e lettere, con un unico e grande incubo, eseguire un alt corretto e preciso.
Far fermare il cavallo piazzato fermo con i quattro arti ben allineati rispetto al suolo, a cui bastava un movimento impercettibile e in coordinato, per rovinarlo, beccando punti di penalità sul punteggio complessivo di fine Gara.
I campionati italiani di Dressage per disabili fisici, unitamente ha concorsi e gare interregionali hanno arricchito il mio bagaglio culturale ed esperienziale. A ogni competizione sportiva, ho cercato sempre di non farmi prendere troppo dall'aspetto competitivo, dando spazio al confronto e alle relazioni amicali con ragazzi e ragazze che avevano la stessa mia passione e dedizione per lo Sport Equestre.
Lo sport mi ha regalato ebbrezze emozionali che credevo lontani da me e dal mio immaginario, e nel Giugno 2007 mi sono vista impegnata in un'apertura di gara, rappresentando l'equitazione nel settore della disabilità, in un concorso Internazionale di Dressage svolto a Napoli a piazza del Plebiscito.
Lo sport mi ha insegnato tanto, ispirandomi a scrivere le pagine più belle della mia vita.
Io e il mio cavallo, nel tempo, siamo diventati una cosa sola nel difficile percorso della pista e della vita.
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