Napoli ‐ Un ennesimo fatto di cronaca avvenuto ieri in una traversa di via dell'Epomeo a Napoli crea non pochi interrogativi senza risposta, celando disagi e grida in ascoltate.
Lo stato di disperazione mentale, unitamente a momenti di raptus di un 88 enne, che lo porta a impugnare la pistola, sparando ai suoi due figli, entrambi disabili, uccidendo uno con disabilità grave e ferendo l’altro.
Non può lasciarci indifferenti, o semplicemente essere aggiunto e associato a casi simili.
Notizie disarmanti, che chiedono il mutismo assoluto, dentro al quale tutti dovremmo interrogarci e calarci nei panni di quei genitori che quotidianamente vivono serie problematiche legate a patologie invalidanti.
Patologie che il più delle volte hanno bisogno di assistenza continua e costante, andando al di là delle 24 ore della giornata, per propagarsi nel tempo e negli anni.
Genitori che non si stancano mai di lottare, per la rivendicazioni dei proprio diritti in tutti gli ambiti, e che a grandi voci chiedono l'attuazione e disegni di leggi specifiche, come la legge dei caregiver di cui da anni si attende l'approvazione.
Genitori a cui non servono più mille parole, sentite e risentite su integrazione, aiuti e sostegno ai disabili e le loro famiglie. Hanno solo il potere di mettere a cospetto la fantasia con la dura realtà.
La realtà delle "fasce sociali deboli" della nostra civiltà.
Civiltà che deve dare risposte adeguate, evitando d'includere ed escludere al tempo stesso, per trovarsi a cospetto di tragedie come questa.
Maria Rosaria Ricci
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