Il mondo piange Papa Francesco: il Pontefice dell’Amore e della Misericordia
- Redazione mille Voci New
- 21 apr
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Nel giorno in cui il mondo intero si stringe in un silenzio carico di commozione, ci congediamo da Papa Francesco, il padre di tutti e di ciascuno. Il pastore venuto “dalla fine del mondo” ha saputo parlare al cuore dell’umanità intera, portando tra la gente la tenerezza del Vangelo e l’abbraccio di Dio, anche nei luoghi più feriti della storia.
Durante il suo pontificato, Papa Francesco ha scelto la via della semplicità e dell’umiltà, lasciandosi guidare dall’intimità profonda con lo Spirito Santo. Il suo messaggio è stato un continuo invito alla fratellanza, alla cura del creato, alla pace tra i popoli e alla giustizia sociale, sempre accompagnato da gesti concreti e disarmanti.
Con la sua umanità disarmante, Papa Francesco ha dato corpo e voce a un amore che non conosce confini: l’amore incarnato di Gesù Cristo, che accoglie, guarisce, consola. I suoi occhi, il suo sorriso, la sua mano tesa sono stati – per credenti e non – il segno tangibile della carezza di Dio sulla pelle del mondo.
Ha saputo parlare a chiunque, senza retorica, con la forza dell’autenticità. Le sue parole, mai vuote, sono state seme e profezia. Con lui abbiamo imparato che la fede non è solo un rifugio spirituale, ma una scelta quotidiana di amore, un impegno concreto a vivere il Vangelo nelle pieghe della vita di tutti i giorni.
La sua è stata una vita consacrata che ha brillato della luce della misericordia, tingendo ogni gesto e ogni parola con i colori vivi della speranza, della pace, dell’inclusione. Papa Francesco è stato il pontefice degli ultimi, degli scartati, degli invisibili. Ha restituito dignità a chi era ai margini, ha aperto le porte della Chiesa e del cuore.
A lui stavano a cuore gli anziani soli, che ha definito “la memoria viva dell’umanità”, i nonni, che invitava ad ascoltare e abbracciare, i bambini, per cui chiedeva un mondo più giusto e protetto, e gli emarginati, che metteva al centro con il suo magistero silenzioso. Ma soprattutto, gli ammalati: coloro che vivono ogni giorno sulla propria pelle le sofferenze del Cristo crocifisso.
Li ha visitati, accarezzati, ascoltati. In loro ha sempre visto Gesù, offrendo parole di conforto e presenza viva.
Oggi, mentre il rotolo della sua vita si chiude tra le lacrime del mondo e delle diverse religioni, resta incisa nel cuore dell’umanità la sua testimonianza luminosa. Resta viva la sua eredità spirituale, impressa nella carne della storia.
Il Papa da cui abbiamo imparato il significato più profondo del Vangelo – viverlo ogni giorno con amore e gioia, trasformando la semplicità in straordinarietà – ci lascia un'eredità immensa.Una straordinarietà che si è fatta silenzio, ascolto, sguardo accogliente.
Una straordinarietà che ha lasciato spazio alla bellezza dei miracoli quotidiani: l’incontro con l’altro, la tenerezza verso i piccoli, il coraggio della verità.
A lui, che ha saputo trasformare ogni gesto in carezza e ogni parola in seme fecondo, va la nostra infinita gratitudine.
Il mondo piange, ma custodisce nel cuore il dono incancellabile del suo esempio.
Perché dal dolore della perdita nasce la bellezza del vivere con fede.E la fede, come ci ha insegnato lui, non muore: germoglia.
“Il mondo si può guardare stando in piedi, dall’alto in basso, oppure si può guardare da sotto, dal basso. Solo quando si guarda con gli occhi degli ultimi, si vede veramente.”– Papa Francesco

di Maria Rosaria Ricci
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