Nola - Nel mese di giugno, il cuore di ogni suo abitante aumenta i battiti, scende in piazza, e celebra, secondo la leggenda raccontata già da papa Gregorio Magno (Roma, 540 circa – Roma, 12 marzo 604), il ritorno di san Paolino dall'Africa, dopo essere stato liberato dalla prigionia da parte dei barbari, poi morto il 22 giugno del 431.
Queste le prime notizie sul nascere della grande Festa dei Gigli di Nola, che simboleggiano ancora gli omaggi floreali con i quali le corporazioni artigiane accolsero il santo al suo ritorno in patria. I fiori di gigli simboleggiano la festa, ruotando su altissimi obelischi fatti a mano dai più antichi maestri di carta pesta, secondo temi religiosi, storici o d'attualità.
La costruzione impegna il lavoro di un intero anno, per poi sfilare nelle stradine e nelle piazze della città come da cerimoniale e tradizione. Gli otto gigli, di altezza 25 metri, con snelle strutture in legno e rivestimento che si rinnova di anno in anno, suddivisi nelle corporazioni artigiane denominate: Ortolano, Salumiere, Bettoliere, Panettiere, Beccaio, Calzolaio, Fabbro e Sarto, nel loro ondeggiare sulle spalle dei “cullatori” coinvolgono l’intera cittadinanza, generando straordinarie “ballate”, caratterizzate dall’unione e dalla devozione. A queste si aggiunge la Barca, simbolo del ritorno del Santo dalla prigionia
Entrata a far parte del patrimonio Immateriale dell’UNESCO nel 2013, affonda le sue radici nella storia per tramandarle di generazioni in generazioni, in un territorio dove nessuno mai potrà sradicarle.
Questa festa, forte delle proprie origini, è portatrice di valori importanti, dando vita al più alto senso d' appartenenza e di identità di una comunità. Il millenario rito della Festa dei Gigli è pronto a ripetersi domenica 30 giugno con la partecipazione massiccia di visitatori provenienti da tutto il mondo
di Maria Rosaria Ricci
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